La fotografia naturalistica è una pratica affascinante che consente di catturare la bellezza e la varietà della fauna selvatica, specialmente quando si tratta di uccelli che popolano gli ambienti lacustri e paludosi del Piemonte.


Queste aree, ricche di biodiversità, offrono un habitat ideale per numerose specie di uccelli, soprattutto durante i periodi di migrazione. Tuttavia, fotografare l’avifauna in ambienti delicati come questi richiede una certa preparazione, non solo tecnica, ma anche etica, per ridurre al minimo l’impatto sulla fauna e sugli ecosistemi.
In questo articolo esploreremo le migliori tecniche e trucchi per una fotografia itinerante di successo e rispettosa della natura.
1. Avifauna, scegli il periodo giusto: le fasi migratorie
Per fotografare l’avifauna al meglio, è fondamentale pianificare le uscite in base ai momenti chiave della vita degli uccelli. In Piemonte, i periodi di migrazione (primavera e autunno) rappresentano le migliori opportunità per osservare e immortalare una grande varietà di specie, spesso rare o di passaggio. In particolare, le zone lacustri come il Lago di Viverone e Candia, la Riserva Naturale delle Baragge o i laghi di Avigliana sono frequentate da uccelli acquatici e migratori in queste fasi.


È altrettanto importante evitare i periodi riproduttivi (primavera inoltrata e inizio estate), durante i quali gli uccelli sono particolarmente vulnerabili. Avvicinarsi troppo ai nidi o disturbare i rituali di corteggiamento può causare stress agli animali, rischiando di comprometterne il successo riproduttivo.
In questi mesi, è fondamentale fotografare da lontano e utilizzare tecniche che riducano al minimo l’interferenza.
2. Attrezzatura: preparati con il giusto kit
Quando si tratta di fotografare l’avifauna, l’attrezzatura gioca un ruolo cruciale. Ecco alcuni consigli per scegliere il kit più adatto:
- Teleobiettivo: un obiettivo con una lunghezza focale compresa tra 300 e 600mm ti permetterà di avvicinarti al soggetto senza disturbarlo. L’uso di moltiplicatori di focale può essere utile per aumentare ulteriormente la portata.
- Cavalletto o monopiede: stabilizzare l’attrezzatura è essenziale, specialmente quando utilizzi obiettivi pesanti e hai bisogno di lunghe esposizioni per catturare dettagli.
Il monopiede è particolarmente utile per la fotografia itinerante, poiché offre stabilità e leggerezza. - Tenda mimetica o capanno: nelle aree paludose, utilizzare un nascondiglio temporaneo è un ottimo modo per avvicinarsi agli uccelli senza spaventarli. Molte riserve offrono capanni di osservazione già predisposti.
- Abbigliamento mimetico e resistente: vestirsi con colori neutri che si confondono con l’ambiente circostante (marroni, verdi, beige) aiuta a ridurre la propria presenza e non allarmare gli uccelli. Scegli tessuti traspiranti e impermeabili per far fronte alle condizioni variabili delle zone umide.

3. Fotografia itinerante: camminare e fotografare senza lasciare traccia
Una delle chiavi del successo nella fotografia di avifauna è la capacità di muoversi nel territorio senza disturbare gli animali e il loro habitat.
Per farlo, la fotografia itinerante è una tecnica eccellente: anziché attendere in un punto fisso, ti muovi lentamente attraverso l’area, osservando e fotografando lungo il percorso. Ecco alcuni suggerimenti per minimizzare l’impatto ambientale:
- Segui i sentieri tracciati: evitare di uscire dai percorsi ufficiali ti aiuterà a non calpestare habitat delicati, come canneti o nidi a terra. Molte aree naturali protette hanno sentieri appositi per l’osservazione dell’avifauna.
- Silenzio e pazienza: gli uccelli sono estremamente sensibili ai suoni. Cammina lentamente, evita rumori forti e sii paziente. Spesso gli uccelli torneranno alla normalità se non percepiscono minacce immediate.


- Osserva prima di scattare: prima di sollevare la fotocamera, prenditi del tempo per osservare il comportamento degli uccelli. Questo ti aiuterà a prevedere i loro movimenti e a cogliere momenti più autentici e interessanti.
- Usa l’auto come nascondiglio: in alcuni casi, specialmente nelle riserve dove sono consentite le auto, scattare foto direttamente dal veicolo può essere una buona strategia. Gli uccelli spesso percepiscono i veicoli come meno minacciosi rispetto alla presenza diretta dell’uomo.
4. Condizioni di luce e meteo: approfitta del mattino e del tramonto
Le prime ore del mattino e il tardo pomeriggio sono i momenti ideali per la fotografia naturalistica.
Non solo la luce è più morbida e diffusa, creando atmosfere suggestive ma gli uccelli sono più attivi, soprattutto nelle giornate calde. Sfruttare la cosiddetta “golden hour” può aggiungere un tocco magico alle tue foto, evidenziando i dettagli delle piume o creando riflessi sull’acqua.
Anche le condizioni meteo possono giocare a tuo favore. Le giornate nuvolose, ad esempio, offrono una luce diffusa ideale per evitare ombre dure, mentre la nebbia nelle zone paludose può aggiungere un tocco drammatico e misterioso alle tue immagini.

5. Rispetto per l’ambiente: lascia solo impronte
La regola d’oro per chiunque si avventuri nella fotografia naturalistica è lasciare l’ambiente come lo si è trovato. Le zone lacustri e paludose sono ecosistemi delicati che ospitano specie protette. Ecco alcune buone pratiche da seguire:
- Non lasciare rifiuti: anche piccoli rifiuti come mozziconi di sigaretta o confezioni di cibo possono avere un impatto negativo sull’ambiente e sugli animali.
- Non disturbare gli animali: non cercare di attirare gli uccelli con richiami artificiali o suoni, e mantieni sempre una distanza di sicurezza.
- Rispetta le regole di fruizione delle Riserve e Parchi: in molte Riserve e Parchi naturali ci sono regole precise da seguire per quanto riguarda l’accesso e le attività consentite. Informati sempre prima di partire.


Fotografare l’avifauna nei laghi e nelle paludi del Piemonte è un’esperienza unica, che permette di entrare in contatto con la natura in modo intimo e rispettoso.
Con la giusta preparazione e attenzione all’impatto ambientale, è possibile ottenere scatti straordinari senza disturbare l’equilibrio degli ecosistemi.
Ricorda sempre che la pazienza, il rispetto per la fauna selvatica e la passione per l’osservazione sono gli ingredienti fondamentali per diventare un vero fotografo naturalistico.
Buona luce e buone esplorazioni!